lunes, 5 de mayo de 2014

Lucarelli contro Zalone: "Mi chiama la tettona che va in tv? È solo un uomo poco evoluto"

Scambio di battute tra Checco Zalone e Selvaggia Lucarelli.   Il comico, ospite del Festival della Tv, l'aveva chiamata in causa alla domanda sul suo ultimo film campione di incassi “Sole a catinelle”. A proposito della pellicola gli era stato chiesto quale critica lo avesse colpito particolarmente. Zalone, riferendosi a Selvaggia Lucarelli, ha commentato:
“Quella della tettona che fa tv, che ha detto che ho colpito il figlio.”





Pronta è arrivata la replica della diretta interessata in un lungo post sulla pagina Facebook prima ha spiegato l’accaduto:  “Ieri al Festival della tv è stato chiesto a Checco Zalone se qualche critica gli avesse dato particolarmente fastidio. Ha risposto: “Quella della tettona che fa tv che ha detto che ho colpito il figlio”. Alludeva a me e a un mio pezzo su Libero in cui dicevo che il suo ultimo film non era adatto ai figli di separati. (E comunque dicevo che mi era pure piaciuto).”  LA REPLICA “Ora, avrei varie cosette da dire ma mi limito a due, caro Checco: la prima e’ che trovo deprimente il fatto che nella marea di stroncature feroci ai tuoi film e ad accuse di essere becero, volgare o addirittura filo-berlusconiano tu vada a citare me e tutto sommato una critica delicata in cui si parlava di sentimenti e questioni dolorose come le separazioni e il modo in cui i figli andrebbero protetti. Davvero coraggioso prendersela con me, anziché con nomi altisonanti, magari di una certa sinistra, che ti liquidano come un cabarettista miracolato.”  “E poi: “la tettona che fa la tv”. Quanta mestizia. Vorrei vederti a chiamare un critico o un giornalista uomo “quel ciccione o quel vecchio o quel culone che va in tv “. E non accade perché a un uomo poco evoluto la critica da una donna con le tette non va giù, la donna con le tette non scrive, va in tv. Allora io ti dico una cosa Checco: hai una figlia piccola. Mi auguro per te e per lei che se mai vorrà fare un mestiere splendido come quello di scrivere, possa essere giudicata sempre e solo per quello che scriverà, e non per la sua taglia di reggiseno. E fossi in te, contribuirei a prepararle un mondo migliore, popolato da uomini migliori, in cui il rispetto per le donne sia proporzionale ai tuoi incassi al cinema e non ai capelli che hai in testa. (E ora con le battute becere siamo pari).”

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